Come naufrago
Duende narrativa:
Più in là l'approdo - Giuliana Sanvitale
10,00euro - pp. 94
Quella di Giuliana Sanvitale è poesia di densità meditative anche nelle baluginanti immagini “marine”, scenari della coscienza, bagaglio antropologico e percettivo intimo ed esistenziale, tesa a far riemergere dalle profondità grumi di memorie, frammenti rimossi, assenze dolorose ed esperienze d’urto che si propongono come rovelli di coscienza nei quali convergono letteratura ed esistenza. In questo suo insistito, pertinace e indocile frugarsi dentro, scoprendo intrepidamente le lacerazioni del proprio composito universo, Giuliana Sanvitale in Più in là l’approdo addita un percorso che, debordando dalla dimensione strumentalmente e vanamente catartica, risulta tutto votato al tentativo di comprendere se stessi, certo non senza fatica né rischi, assegnando – per così dire – un nome agli aguzzi frammenti della vita per riprogettare l’esistenza anche sotto il profilo emotivo e percettivo.
(dalla prefazione di Sandro Galantini)
Leggere le sue poesie significa percorrere assieme a lei la storia di una donna, avventurarsi nel viaggio splendidamente poetico e stilisticamente perfetto della Poetessa cui la vita ha riservato, per dirla con le sue stesse parole, tutte le “pene e gioie”, le “nostalgie e rimpianti” senza nasconderle nessuno dei suoi segreti, sino a rivelarle, nella saggezza dell’età, d’essere un “gioco pazzo”, in cui si mescolano senza alcuna logica apparente, sentimenti ed esperienze, dalle più gioiose alle più tristi, passando tra l’amore e la morte. L’uso particolarissimo che essa fa dei versi, spaziandoli, isolandoli, evidenziandoli, organizzandoli rigorosamente ai fini di una corretta intelligenza del testo, è voluto e ricercato come guida a una lettura più insistita, che consenta di percepirne sino in fondo l’aspetto vocale, palpabile, fisico, diffusamente musicale.
(dalla lettura critica di Marcello Comitini)