Oltre le nuvole
Duende narrativa:
Oltre le nuvole - Giuliana Sanvitale
13,00euro - pp.180
Lo spettacolo le tolse il fiato. La spiaggia era completamente bianca e pure l’acqua era chiazzata di neve, come se tante ninfee si fossero posate sulla superficie del mare. Il silenzio aveva una voce musicale, stregata.
Carla aveva il respiro corto, si guardava attorno con occhi nuovi, incantata, ma conscia che avrebbe voluto condividere le sensazioni che provava.
Mentalmente, per antico vizio, andò scrivendo una storia.
Avrebbe scritto di una sua amica di studi che sentiva spesso e ogni volta le straziava l’anima.
Sarebbe stata lei la protagonista del suo nuovo romanzo. Al titolo avrebbe pensato in seguito.
E iniziò…
Vincitore del 2° premio internazionale poetico musicale 2014 organizzato dalla delegazione "Poeti nella società" di Lecce.
Esegesi di Leonardo Vecchiotti
Immergersi consapevolmente nella dimensione “realvirtuale”, come il proteiforme mondo femminile, predisponendo il proprio animo alla casualità delle emozioni, ma anche, o, più esattamente, accettare senza riserve di entrare nel misterioso e seducente gioco che le tre divine sorelle: "Onìria, Fantàsia, Utòpia" sanno predisporre per gli intus-ligenti, è questa , in estrema sintesi, la proposta che Giuliana Sanvitale intreccia abilmente nell’ultima fatica letteraria “OLTRE LE NUVOLE” per rivivere, con l’aiuto della potente lente d’ingrandimento della sua filosofia di vita, le magnificenze, gli splendori i fasti, ma anche l’austerità, la semplicità, la linearità delle piccole grandi storie di una “quotidianità romanzabile” nell’evidente intento di mantenere alto il fuoco della conoscenza, della tradizione, della responsabilità , in una parola della cultura.
Descrizioni fulminee e sicuramente liriche ; riflessioni trascendenti ma pur sempre ancorate, a quel “senso di coscienza che sa trovare forma di parola”; finalità catartiche ed emozionali che svolgono la positiva funzione di collante in un suggestivo racconto dove l’intero e sicuramente più prezioso dell’insieme delle sue parti; un incedere narrativo vibrante perché cadenzato sapientemente da una tastiera articolata sia su una valida panoramica etico-social-religiosa, sia sui proficui scambi interdisciplinari, o più esattamente, transdisciplinari e frutto sicuramente maturo di esercizi continui aventi per oggetto lo studio “sintattico-semantico” dei linguaggi: espressivo-verbale, iconico-visuale, musicale-audiovisivo, gestuale-teatrale, in breve sintesi: filosofico-artistico-letterario; in definitiva un tessuto espositivo, quello della Giuliana Sanvitale, insolito, immaginifico, ma soprattutto decisamente poetico.
Intervista di Carina Spurio a Giuliana Sanvitale ed al suo “Oltre le nuvole” (clicca sul link di seguito):
http://oubliettemagazine.com/2013/07/10/intervista-di-carina-spurio-a-giuliana-sanvitale-ed-al-suo-oltre-le-nuvole/
Note critiche di Ferruccio Gemmellaro
Giuliana Sanvitale torna a raccontarci di donne, direi meglio delle donne che coabitano nel proprio essere.
Al confronto di Rosa – personaggio principe del precedente omonimo racconto - la quale si muove combattuta dalle convenzioni, qui, in Oltre le nuvole, Angela e Carla si rivelano di estrazione e di comportamento reattivo al cospetto dell’uomo squisitamente evoluti.
Esse, infatti, sono gli aspetti di una poliedrica figura, la quale rivive le proprie avventure, emozioni, passioni e afflizioni ognora cangianti innanzi alle omologistiche fonti; Gaetana, poi, altro personaggio di rilievo, è la proiezione letteraria delle sofferenze di madre, antiche quanto l’umanità. Fonti che incalzano nella quotidianità, se con tale ultima voce può essere definito il vissuto dell’autrice di questa intrigante opera, irrinunciabile presenza, ella, di e per la cultura. I primi tre capitoli si articolano complessivamente attraverso una struttura linguistica in climax, dove figurativamente la serenità dell’onirico d’incigno capitola nell’incubo, dopo aver varcato una sorta di dormiveglia; per meglio dire, un trittico di narrazione tra sogno e realtà.
E nelle non comuni esperienze di Giuliana Sanvitale, altra molla formativa è la curiosità per la conoscenza d’itinerari storici e geografici.
Quel suo inarrestabile desiderio di sapere, che non ha esitato di marcare tra le pagine in una sorta di rivisitazione rituale, di Ver sacrum omologato nel nostro millennio in chiave intellettualistica.
Non poteva allora mancare la descrizione di una città come Lecce, la Firenze del Sud, ove il pervasivo barocco è la tropologia dell’intera narrazione. Barocco di stupefacente unicità, il quale contribuisce a effondere nel lettore conati d’identica emozione che la scrittrice aveva già riversato nei personaggi. Attori, quindi, che, in realtà, risentono di percezioni indistinguibili da colei che li ha connotati. Un’ultima riflessione è dovuta alle ricorrenti citazioni di enunciati e di riferimenti relativi ad altri autori, frutto di un intellettualismo che Giuliana Sanvitale ama condividere con i suoi lettori. Ed è da tutto questo che la nostra scrittrice ha acquisito luminosità per rischiarare alfine l’ispirazione a dipanare le storie così armoniosamente incastonate in Oltre le nuvole, opera esemplare nella straordinaria rappresentazione obiettiva della realtà contemporanea.
Ancora la donna al centro dello scavo psicologico che da anni Giuliana Sanvitale opera nel campo della scrittura, sia che si tratti di versi sia che si intessano narrazioni reali o fittizie.
In “Oltre le nuvole” sono tre le protagoniste che si contendono l’attenzione dell’autrice, convivendo con lei in un rapporto immaginario molto stretto, ascoltandosi con dedizione, ma anche a volte con rassegnazione, accompagnandola in un percorso empatico che si snoda lungo un arco di tempo presente con qualche tuffo nel periodo dell’infanzia mitizzato dal ricordo e le cui storie si intrecciano, sfumano i contorni, si compenetrano, quasi a formare un unicum.
L’una ha bisogno della presenza dell’altra per affermarsi, per sviluppare il proprio vissuto, per dipanare le matasse intricate dell’esistenza.
Carla, la prima delle donne, è una scrittrice affermata. Sarà lei a narrare la storia della sua amica di sempre, Angela: una storia drammatica ma non priva di speranza e di riscatto. È lei la voce narrante, protagonista al pari dei suoi personaggi di cui condivide esperienze e dolori, ma anche sogni, aneliti di rinascita.
Tra le due s’inserisce un terzo personaggio, la popolana Gaetana, Tanina, una donna semplice e fiera che sconta la vita vivendo al di fuori di se stessa, che cerca la redenzione nel lavoro e nella conquista di una lingua che si allontana dal suo naturale dialetto per farsi sempre più simile alla lingua italiana, per amore, per dignità, per affermare il diritto a imporre la sua presenza, malgrado tutto.
L’autrice usa la tecnica narrativa en abyme, “racconto nel racconto” una costruzione “a specchio”. Il narratore, Carla, costruisce il racconto e muove i suoi personaggi nel tempo operando in una visione diacronica e sincronica al contempo: gli avvenimenti vengono narrati mentre accadono. I dialoghi e i monologhi il più delle volte sono riflessioni sui comportamenti umani, tentativi di scavo nell’animo dei personaggi e si servono di riferimenti e citazioni culturali, sia per dare al testo un valore letterario paradigmatico, sia per rendere meno denso il succedersi degli avvenimenti dolorosi.
Il romanzo si prefigge il compito di evidenziare, ancora una volta, la forza, l’energia che la cultura può esercitare su quello che l’uomo comunemente definisce “destino”, riuscendo a modificare anche le giornate più tetre in occasioni di riscatto.