Come naufrago
Duende narrativa:
Come naufrago - Giuliana Sanvitale
10,00euro - pp. 118
Ecco, l’anima, la mia, tra presentimenti e trasalimenti cerca le tue corpose parole, che sono un sapere che non è della storia ma della vita. Quella in cui si rimane come naufraghi – per usare il titolo della tua raccolta in cui poesia e narrazione innervano e sorreggono ciò che a ragione definisci una lunga lettera in itinere – quando i suoi tanti agguati, gli insistiti dinieghi e i suoi aguzzi frammenti aprono ampi varchi al
l’algebra delle lacerazioni e delle solitudini. Ma a te non manca – lo so, lo sai – lo sforzo vigile di cauterizzare le ferite aperte dalla falcidia del tempo-vita. Ed è forse per questo che mi fermo a pensare all’asfodelo, un fiore che in lande remote, dove si crede morta anche la morte, con i suoi esili scapi è l’unica nota di vita.
(dalla prefazione di Sandro Galantini)
“Il narratore, il poeta, l’operaio della fantasia, deve anzitutto accettare il destino, esser d’accordo con sé stesso.” È questo che dice Pavese ed è questa l’adesione di Giuliana Sanvitale alla vita. Non l’accettazione passiva, con la quale il condannato subisce la condanna, ma un’adesione anima e corpo a ciò che la vita le presenta, anche la fuga nella propria fantasia come un aspetto della realtà da vivere.
(dalla postfazione di Marcello Comitini)
“Come naufrago una lunga lettera in itinere” di Giuliana Sanvitale Duende Ed 2016 Fra i tanti lettori di questa lunga lettera in itinere ci sarà purtroppo qualcuno che ha già provato l’identico accadimento, la fonte ispiratoria per ciò che l’autrice Giuliana Sanvitale ha inteso ricondurre nel proprio squisito espressionismo linguistico e letterario o, meglio, culturale, se non addirittura sociale, peculiarità delle sue produzioni editoriali. È fatale che si verifichi e per quel tanto che il lettore ne divenga il fruitore; la persona coinvolta, infatti, è accompagnata a riflettere e a considerare che basterebbe un unico fruitore, fra quei tanti lettori, perché l’opera assuma universalità. Un connubio di prosa e poesia in eufonia con gli episodi trattati ma entrambi intrisi di amore, nostalgia, melanconia e talvolta rabbia; ma tutto questo è in verità l’essenza di una coppia di vita, quell’anima saldante che conduce entrambi gli attori a respirare ogni mattino l’incigno di una vita nuova. Una vita nuova che rinasce finanche dalle ceneri di uno dei due ed è perfettamente celebrata da Sanvitale attraverso segmenti poetici quali in “Come naufrago” - dal quale è tratto il titolo del volume – dove recita \...\ Anima persa, \ quando torni a me \ nel chiarore dell’alba \ e mi chiami, mi parli, \ …\ Vivo la tua assenza \ come un castigo, \ un abbandono definitivo \ e ottuso. \...\ Una rabbia però che si addolcisce amorevolmente nella melanconia di “Averti qui” \...\ Averti qui \ sfiorare la tua pelle \ cercarti gli occhi \...\. E nella nostalgia del tempo vissuto cantata in bella prosa poetica \ La luminescenza del mare ci colmava gli occhi e avanzavamo, sfiorandoci a volte, mentre tentavo di recitare con la migliore cadenza napoletana, i capolavori di Salvatore Di Giacomo \...\ Ferruccio Gemmellaro
“Come naufrago una lunga lettera in itinere” di Giuliana Sanvitale Duende Ed 2016 “Come naufrago - una lunga lettera in itinere –“ risulta, primum, sicuramente un originale artificio letterario, da parte di Giuliana Sanvitale, per controbilanciare un ineludibile vuoto esistenziale pavesandolo di ricordi quotidiani raccordati da riflessi accidentali, dettagli propedeutici, atmosfere spinte sino ai confini onirico-surreali; deinde, un intus-ligente modo di sfuggire alla cogenza di una realtà negativa, contrastata con tutte le sue forze, purtroppo inutilmente, rifugiandosi per un verso nel passato, sia remoto che prossimo, dove l’ossessiva conquista cultural-poetica era stata coriacea difesa contro ogni avversità, per l’altro di concedere sempre più spazio e respiro alle “parole-anima” considerate vero e nobile segreto di ogni proposta letteraria efficace; post, ingegnosamente un inusitato sistema di costruire, con raffinatezza e discrezione, la trama di un racconto che si dipana tra atmosfere parossistiche, intermittenze psicologiche sapientemente elaborate e pensieri leggeri come cipria ma anche capaci di adattarsi con estrema facilità alle più disparate esigenze. In conclusione è bene sottolineare che la realtà, oggetto principe di “Come naufragio”, è per Giuliana Sanvitale il punto di partenza di un sfogo creativo ricco di riflessioni, assonanze, consonanze, allusioni e, perché no, futuribili obiettivi : ogni traguardo conseguito, infatti, rappresenta la sua ricognizione etico-filosofico-poetica all’argomentare proposto anche se, è bene evidenziarlo, sempre e decisamente filtrata dalle ragioni del cuore. Vecchiotti prof. Leonardo